Diciamo la verità, quest’opera doveva nascere come un opuscolo d’uso e consumo dei gruppi archeologici d’Italia, poi, a fare amicizia con gli iraniani, la situazione ci è proprio scappata di mano. L’idea di una guida storico-archeologica di questo antico Paese era buona, ma, visto che sul mercato opere analoghe non ce n’erano (bisognava risalire a tempi precedenti alla Rivoluzione Islamica per trovare qualche cosa di valido), tanto valeva tentare di fare le cose in grande.
Si voleva partire da Venezia, città che, per definizione, era la “ Porta dell’Oriente”; era la patria di Marco Polo, e ci ha quasi indicato la via da seguire. In fondo bastava entrare nella Basilica di San Marco: da una delle sue cupole (quella della Pentecoste), fra i riflessi del cielo d’oro dei mosaici, fanno capolino i popoli che sono stati illuminati dalla Fede. E, fra di essi, scopriamo Elamiti e Parti e Medi, tutti popoli dell’antica Persia. E di testimonianze ce ne sono altre, talvolta inattese. Nel Tesoro della basilica c’è un vaso egiziano col nome di Artaserse, in Palazzo Ducale un quadro mostra una delegazione di mercanti persiani che portano doni al doge Grimani, ed il leone di bronzo che svetta su una colonna, a fianco di quella con S. Teodoro, sembra sia sassanide; e, per concludere, l’Archivio di Stato veneziano ha più documenti medievali sulle reciproche transazioni commerciali con la Persia che non un qualsiasi archivio di Teheran.
La spinta decisiva è comunque giunta dalle autorità politiche ed amministrative iraniane, che ci hanno offerto amicizia prima ancora che collaborazione. Così, avuto il nulla-osta “ufficiale”, ci siamo incamminati verso quest’avventura, un vero e proprio scavo bibliografico alla ricerca di fonti, testimonianze e riscontri. Con l’iniziale collaborazione di Sara Sabokkhiz e di Graziano Tavan, fedelissimi amici oltre che impareggiabili sostenitori dell’iniziativa, ai quali va tutta la nostra riconoscenza, abbiamo potuto vedere e conoscere non solo l’Iran “turistico”, ma anche cercare di capire in profondità un paese al di là degli stereotipi codificati in Occidente dopo l’11 settembre 2001. Il nostro è un libro con molte immagini, in parte opera nostra e in parte di amiche che hanno visitato il paese da turiste e che, come noi, sono state conquistate dalla bellezza dei luoghi e dei monumenti e dalla cordialità della gente.
Nelle nostre ambizioni questo vuole essere un testo da leggere prima, durante e dopo il viaggio: un libro da vedere, un viaggio virtuale fra passato e presente.
– estratto dalla guida Polaris IRAN –